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La parola che illumina nasce dal silenzio

La parola che illumina nasce dal silenzio come il fulmine nasce dalla nube. Il senso della parola infatti non è di trasmettere, è di comunicare, e cioè di rilevare ciò che sta oltre la parola. Le parole occultano o svelano, trasmettono comandi o comunicano amore. Esse hanno una storia in cui si riflette l’ambivalenza dell’uomo governato da due pulsioni, quella dell’aggressività e quella della comunione.

“In principio era il logos, la parola”, sta scritto. Ma si potrebbe dire altrettanto bene che in principio era il sighé, il silenzio, che è l’altro nome di Dio. Ma anche parlando dell’uomo si può dire che in lui il principio è, insieme, la parola e il silenzio. “Noi siamo doppi a noi stessi”, scriveva Montaigne, nel senso che noi portiamo in noi stessi una doppia identità; siamo, come io amo dire, editi ed inediti. L’uomo inedito è l’uomo come insieme di possibilità in attesa di adempimento, di trasformarsi cioè in realtà, diventando così dicibili a tutti. Perché come Dio è un Deus abscunditus, così anche l’uomo è a se stesso abscunditus. Nascosto, ma non del tutto, perché, come dice etimologicamente la parola coscienza (con-scientia), c’è una presenza dell’io a se stesso che ha l’unico limite di non potersi esprimere con parole, ma appunto perché le parole sono gli strumenti forgiati dall’uomo edito. L’uomo edito è quello che si ritaglia nella cultura in cui si è svolta la sua formazione, che è sempre una cultura governata dalle esigenze del gruppo di appartenenza. L’uomo inedito predilige il silenzio e, anche quando parla, le sue parole si caricano dell’ispirazione alla totalità, come dire a un mondo che non è quello della cultura espressa dai vocabolari, è la vera patria dell’essere. Diceva ancora Montaigne che per quanto l’uomo perlustri il suo perimetro “non si dà comunicazione all’essere”. Se mi chiedi chi è Dio, diceva Agostino, non lo so, ma se non me lo chiedi, lo so. Restare fedeli a questo versante inedito della nostra realtà umana vuol dire, poi, saper entrare nella conversazione degli uomini senza alterigia, con umiltà, accettandone le regole, ma restando in qualche modo estranei, capaci, proprio per questo, di svegliare negli altri le segrete affinità elettive e cioè la dimensione inedita che resta repressa e soffocata nella chiassosa convivenza della piazza.

Da un articolo scritto da Ernesto Balducci, a sua volta citato nell’articolo al link seguente:

https://www.peacelink.it/gdp/a/10295.html

Ernesto Balducci

Dati

Incontro:21/01/2018
Titolo:La parola che illumina nasce dal silenzio
Presentata da:Anna Pandolfini
Autore:Ernesto Balducci
Opera:Articolo sulla rivista Peacelink
Comunità di Meditazione Interreligiosa Fiorentina
Email: cmif@altervista.org
Sito web: cmif.altervista.org
Versione: 1.5
Rilasciata il: 06/02/2014
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